Nuova Riveduta:

1Re 8:25

Ora, SIGNORE, Dio d'Israele, mantieni al tuo servo Davide, mio padre, la promessa che gli facesti, dicendo: "Non ti mancherà mai qualcuno che sieda davanti a me sul trono d'Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta e camminino in mia presenza, come tu hai camminato".

C.E.I.:

1Re 8:25

Ora, Signore Dio di Israele, mantieni al tuo servo Davide mio padre quanto gli hai promesso: Non ti mancherà un discendente che stia davanti a me e sieda sul trono di Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta camminando davanti a me come vi hai camminato tu.

Nuova Diodati:

1Re 8:25

Ora dunque, o Eterno, DIO d'Israele, mantieni al tuo servo Davide mio padre ciò che gli hai promesso, dicendo: "A te non mancherà mai alcuno che sieda davanti a me sul trono d'Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta e camminino davanti a me come hai camminato tu".

Riveduta 2020:

1Re 8:25

Ora dunque, o Eterno, Dio d'Israele, mantieni al tuo servo Davide, mio padre, la promessa che gli facesti, dicendo: 'Non ti mancherà mai qualcuno che sieda nel mio cospetto sul trono d'Israele, purché i tuoi figli veglino sulla loro condotta e camminino in mia presenza, come hai camminato tu'.

La Parola è Vita:

1Re 8:25

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

1Re 8:25

Ora dunque, o Eterno, Dio d'Israele, mantieni al tuo servo Davide, mio padre, la promessa che gli facesti, dicendo: - Non ti mancherà mai qualcuno che segga nel mio cospetto sul trono d'Israele, purché i tuoi figliuoli veglino sulla loro condotta, e camminino in mia presenza, come tu hai camminato.

Ricciotti:

1Re 8:25

Ora adunque, Signore Dio d'Israele, mantieni quanto hai promesso al servo tuo Davide, padre mio, dicendo: - Non mancherà giammai innanzi a me un uomo di tua stirpe, che segga sul trono d'Israele, a patto però che i tuoi figliuoli custodiscano la loro via e camminino dinanzi a me, come tu hai camminato al mio cospetto. -

Tintori:

1Re 8:25

Or dunque, o Signore Dio d'Israele, mantieni al tuo servo David mio padre ciò che gli promettesti, dicendo: Non mancherà mai davanti a me un uomo della tua progenie che segga sul trono d'Israele; purché però i tuoi figli custodiscano la loro via, per camminare davanti a me come tu hai camminato nel mio cospetto.

Martini:

1Re 8:25

Adesso adunque, o Signore Dio d'Israele, mantieni al tuo servo Davidde padre mio la parola datagli da te, quando dicesti: Non mancherà di tua stirpe giammai chi segga dinanzi a me sul trono d'Israele: purché però veglino i tuoi figliuoli sopra i loro andamenti, in tal guisa, che camminino dinanzi a me, come tu hai camminato nel mio cospetto.

Diodati:

1Re 8:25

Ora dunque, Signore Iddio di Israele, osserva al tuo servitore Davide, mio padre, ciò che tu gli hai detto; cioè: Ei non ti verrà giammai meno, dal mio cospetto, uomo che segga in sul trono d'Israele; purchè i tuoi figliuoli prendano guardia alla via loro, per camminare davanti a me, come tu sei camminato.

Commentario abbreviato:

1Re 8:25

22 Versetti 22-53

In questa eccellente preghiera, Salomone fa quello che dovremmo fare in ogni preghiera: dà gloria a Dio. Le nuove esperienze della verità delle promesse di Dio richiedono lodi più grandi. Chiede grazia e favore a Dio. Le esperienze che abbiamo dell'adempimento delle promesse di Dio dovrebbero incoraggiarci a fare affidamento su di esse e a invocarle; e chi si aspetta ulteriori misericordie deve essere grato per quelle precedenti. Le promesse di Dio devono essere la guida dei nostri desideri e il fondamento delle nostre speranze e aspettative nella preghiera. I sacrifici, l'incenso e l'intero servizio del tempio erano tutti tipici degli uffici, delle oblazioni e delle intercessioni del Redentore. Il tempio, quindi, doveva essere continuamente ricordato. Sotto una sola parola, "perdona", Salomone espresse tutto ciò che poteva chiedere in favore del suo popolo. Infatti, poiché tutte le miserie derivano dal peccato, il perdono del peccato prepara la strada per la rimozione di ogni male e l'accoglienza di ogni bene. Senza di esso, nessuna liberazione può rivelarsi una benedizione. Oltre all'insegnamento della Parola di Dio, Salomone pregò il Signore stesso di insegnare al popolo a trarre profitto da tutto, anche dai castighi. Conosceranno ciascuno la piaga del proprio cuore, ciò che lo affligge; e stenderanno le mani in preghiera verso questa casa; sia che il disturbo sia del corpo o della mente, lo rappresenteranno davanti a Dio. I pesi interiori sembrano particolarmente intesi. Il peccato è la piaga del nostro stesso cuore; le nostre corruzioni intrinseche sono le nostre malattie spirituali: ogni vero israelita si sforza di conoscerle, per poterle mortificare e per guardarsi dalle loro insorgenze. Queste lo spingono a inginocchiarsi; lamentandosi, stende le mani in preghiera. Dopo molti particolari, Salomone conclude con la richiesta generale che Dio ascolti il suo popolo in preghiera. Nessun luogo, ora, sotto il Vangelo, può aggiungere qualcosa alle preghiere fatte in o verso di esso. La sostanza è Cristo; qualsiasi cosa chiediamo nel suo nome, ci sarà data. In questo modo l'Israele di Dio viene stabilito e santificato, l'arretrato viene recuperato e guarito. In questo modo lo straniero viene avvicinato, il piangente viene consolato, il nome di Dio viene glorificato. Il peccato è la causa di tutti i nostri problemi; il pentimento e il perdono portano a tutta la felicità umana.

Riferimenti incrociati:

1Re 8:25

1Re 2:4; 2Sa 7:27-29; 1Cron 17:23-27; Lu 1:68-72
Ger 33:17-26
1Re 2:4; 9:4-6; 1Cron 28:9; 2Cron 6:16,17

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